Intervista a Francesco Ferrari

Francesco Ferrari, ala classe 2005 di College Borgomanero, è stato uno dei protagonisti della spedizione azzurra all’Europeo U18 di questa estate con 16.9 punti, 9.3 rimbalzi e 20.4 di efficienza di media. Ai nostri microfoni ci ha raccontato dell’esperienza in Nazionale, della stagione appena conclusa, della sua famiglia e molto altro.

Ciao Francesco! Raccontaci l’esperienza all’Europeo U18 svoltosi a Niš, in Serbia. C’è qualche compagno con cui hai legato di più?

E’ stata un’esperienza fantastica, che porterò sempre con me, e nonostante sia stato un percorso molto lungo è stata davvero molto formativa. E’ stato bello avere l’opportunità di poter competere con giocatori di altissimo livello; nonostante fossimo un bel gruppo, c’è il rammarico di non essere riusciti ad arrivare a giocare per la medaglia. Mi sono trovato bene con tutti, compagni e staff. All’inizio ero un po’ timido e stavo più con i miei compagni di club, ma con il passare dei giorni ho legato con tutti. Se devo fare dei nomi, al di fuori del campo passavo tanto tempo con Enrico Tadiotto e Riccardo Greppi, che sono stati presenti fin dal primo raduno.

Com’è andata la stagione passata a College? Che obiettivi ti poni per quest’anno?

Nella scorsa stagione ho giocato tre campionati: la Serie B, la Serie C e l’U19. Abbiamo centrato tutti gli obiettivi tranne che con la Serie B, dove per due punti non abbiamo raggiunto i Playoff. Alle Finali Nazionali U19 di Agropoli, invece, siamo arrivati ad un passo dallo scudetto di categoria. Tutto il percorso è stato positivo e di crescita; questo è infatti l’obiettivo principale della società per cui ho la fortuna di giocare da sempre. Per quest’anno gli obiettivi sono gli stessi, ovvero migliorare, ben figurare in Serie B e arrivare di nuovo in fondo al campionato U19 per provare a raggiungere il massimo risultato.

In futuro ti vedi all’estero, lontano dall’Italia?

In questo momento non so se mi vedo lontano dall’Italia, anche se in futuro terrò aperte tutte le opportunità di crescita.

Com’è vivere il basket a 360 gradi nella tua famiglia? Hai qualche ricordo a riguardo?

Mio nonno è stato il fondatore della società dalla quale è nato poi College e fin da bambino ho avuto in mano una palla da basket. In casa con i miei fratelli Alessandro e Matteo le sfide 1vs1 erano quotidiane e quando ero piccolo ogni domenica ero sugli spalti per tifare mio padre che giocava. Finita la partita andavo in campo con i miei fratelli per cercare di ripetere le gesta dei giocatori; si può quindi dire che sono nato e cresciuto in palestra. Inoltre, mi ricordo che a 4 anni ero presente a vedere la finale di Serie B vinta a Vigevano da mio papà, che era capitano. Ringrazio anche mia mamma che è sempre presente sugli spalti a tifare.

Oltre alla pallacanestro, che passioni hai?

Mi piace uscire con i miei amici, che spesso sono anche i miei compagni di squadra, per socializzare e divertirci assieme.
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