Giorgio Manna, ala classe 2004, ha firmato in estate con la Pielle Livorno, in Serie B Nazionale, dopo una stagione con Langhe Roero Basketball da 7.7 punti a partita tra i senior e 8.8 nelle giovanili. Ai nostri microfoni ha raccontato il proprio percorso giovanile alla Fortitudo Bologna, i suoi obiettivi extra campo e molto altro.
Ciao Giorgio! Come ti trovi a Livorno e quali sono i pregi e difetti di un contesto totalmente diverso rispetto a quello dello scorso anno?
Mi sto trovando molto bene. Essendo il più piccolo del gruppo, il pregio è di potermi allenare ogni giorno con giocatori di altissimo livello, alcuni anche con esperienze in Serie A, e cercare di rubare giorno dopo giorno qualcosa da tutti; anche l’ambiente aiuta parecchio e il tifo qui è incredibile, è una città con una passione smisurata. Un difetto poteva sicuramente essere la difficoltà nell’ambientarsi immediatamente, ma grazie a compagni e allenatore dopo poco sono riuscito a sentirmi a tutti gli effetti parte di questa squadra e del progetto in generale.
Cosa ti manca secondo te per diventare un giocatore affidabile?
Secondo me per diventare affidabile devo sicuramente migliorare il tiro da fuori; deve diventare sempre di più una mia caratteristica e da mesi sto cercando di allenarla al massimo, poi sicuramente dal punto di vista fisico c’e bisogno di fare quel salto di qualità per essere pronto ad ogni contatto.
Hai qualche aneddoto sui tuoi attuali o ex compagni?
Di aneddoti ce ne sono veramente troppi e faccio fatica a ricordarne uno in particolare, ma un esempio può essere tutto il mio scorso anno ad Alba; essendo coetanei, il vivere H24 7/7 con tutta la squadra ci ha fatto divertire parecchio sia in campo che fuori.
Come descriveresti le tue giovanili in Fortitudo e cosa cambieresti nel sistema giovanile per migliorarlo?
Credo che il mio percorso nelle mie giovanili della Fortitudo sia stato completo. Sono partito a 13 anni e sono andato via con le Finali Nazionali, l’esordio e il contratto in Serie A, quindi non mi sono fatto mancare nulla. Sono stati anni che mi hanno formato a pieno e che non dimenticherò mai. Dal punto di vista giovanile, difficile dire qualcosa a riguardo quando hai poche competenze al di fuori del giocato, ma sicuramente posso dire che bisognerebbe concentrarsi più sul miglioramento dei ragazzi a lungo termine che sui risultati immediati in campionato.
Al di fuori della Pallacanestro hai qualche obiettivo?
Sì. Da poco mi sono iscritto all’università e vorrei portarla a termine così da avere un qualcosa quando non giocherò più, ma mi piacerebbe comunque rimanere nell’ambito dello sport.